Konjac sponge all’argilla rosa di Yves Rocher

Dopo qualcosa come un secolo, più o meno, ho finalmente disintegrato la mia vecchia konjac sponge di Konjac Sponge Company. Ero alla ricerca di una valida alternativa, magari facile da reperire ed economica, così sono approdata a Yves Rocher.

Buongiorno amici, il mio solito riferimento climatico di inizio articolo oggi vi porta all’attenzione l’allungamento delle giornate, il sole che inizia a intiepidire l’aria… e io sono super contenta. Essendo molto meteoropatica, trascorro le – per fortuna – brevi invernate oscillando tra un senso di stordimento e la necessità di trascorrere del tempo all’aria aperta per evitare di assumere un atteggiamento triste e depresso.

Quando subentra la primavera io, nel vero senso della parola, vedo la luce! Non scherzo.

 

E proprio lei (la primavera) oggi mi ha suggerito il set fotografico per la recensione che state andando a leggere. Nell’aiuola davanti alla mia finestra c’è un fantastico cespuglio di margherite che sto puntando da parecchio. E’ arrivata l’occasione per immortalarle! 😛

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Come avrete sicuramente avuto modo di notare, oggi vorrei parlarvi della mia nuova konjac sponge a base di argilla rosa. In intro avevo annunciato che negli ultimi periodi di vita della mia vecchia spugnetta originale di Konjac Sponge Company (comprata in questa occasione, usata per qualche tempo e poi abbandonata essiccata per un bel po’…) mi è venuto in mente che la scorsa primavera, da Acqua & Sapone avevo intravisto sugli scaffali dei prodotti naturali una bella konjac sponge bianca di Garnier a qualcosa come cinque euro.

Sono tornata in più puntate da Acqua & Sapone in vista della sostituzione, che sarebbe avvenuta di lì a breve, e niente: non riuscivo a trovarla. Alla fine mi sono decisa a chiedere informazioni alle commesse, che mi hanno prontamente risposto che, visto che non le comprava mai nessuno, le hanno rimandate indietro e non le riforniscono più. E io: “AH.”.

Insomma, ho dovuto mettermi subito alla ricerca di una soluzione, visto che, ora come ora, non saprei più cosa usare al posto della konjac per la detersione mattutina del viso. Le spazzoline simil Foreo non mi soddisfano. Avendo io una pelle asfittica (mista, sensibile, screpolata, acneica e chi più ne ha più ne metta), una esfoliazione delicata quotidiana si rivela essere un vero toccasana. Lasciamo stare ancora per qualche mese il fatto che sto seguendo una cura dermatologica per l’acne – qui vi avevo parlato della mia routine viso del periodo prima di iniziare!

 

Cerca di qua e cerca di là, ho ricevuto il suggerimento da qualche membro del mio gruppo FB Navicella d’Avorio di provare con questo brand, che voi tutti sicuramente conoscerete. Per me, invece, è la prima volta con Yves Rocher.

Ci tengo a precisare che questo articolo non è né una collaborazione né una sponsorizzazione. Ho acquistato questa spugnetta da un’amica di vecchia data che fa proprio la referente di Yves Rocher.

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Sono certa che tutti avrete sentito parlare di Yves Rocher, quindi essendo io completamente digiuna mi asterrò dal parlarvene. Però sono altrettanto certa che c’è una buona percentuale di voi che non conosce queste spugnette. Io ne ho già testate diverse: di Konjac Sponge Company, Tiger, Primark… con qualcuna mi sono trovata meglio, con altre peggio (ad esempio quella di Tiger secondo me era proprio di plastica). Posso dire quindi di essere un’affezionata usufruitrice.

 

Le konjac sponge sono semplicemente delle spugnette per la cura del corpo e del viso nello specifico, realizzate in un materiale che è appunto il konjac, ossìa una tubero che cresce in Asia che ha la particolare caratteristica di assumere delle dimensioni diverse in base a se è idratato o se è disidratato. Tant’è che viene usato molto in cucina nelle diete dimagranti: quando è idratato raggiunge delle dimensioni molto maggiori rispetto a quando non lo è. Ha pochissime calorie, è ricco di fibre, facilmente digeribile e occupa molto spazio: per questo crea un maggior senso di sazietà riempiendo lo stomaco anche quando in realtà di “materiale” c’è poco.

Diciamo che a noi in campo cosmetico importa poco di questa particolarità di variare di dimensioni, poiché noi usufruiamo della sua capacità di esfoliare in maniera molto delicata la pelle, della sua morbidezza e del fatto che è completamente organica/naturale.

 

L’unica cosa che potrebbe ancora crearvi qualche dubbio è la presenza di questa cordicella, che si vede SEMPRE sulle spugnette di konjac. Ecco, visto che quando la konjac è idratata trattiene molta acqua, è molto importante conservarla appesa per non far ristagnare i liquidi, i quali, ormai lo sappiamo bene, inevitabilmente produrrebbero delle muffe, che noi non vogliamo assolutamente sui nostri dispositivi per la cura del viso. O mi sbaglio? Riporre la konjac leggermente strizzata, e appesa a qualche gancio quando non la usiamo, la conserva nelle condizioni ottimali per far evaporare i liquidi in essa trattenuti e per rendere la sua vita più lunga.

Quando non la usiamo, infatti, i liquidi evaporano e la konjac si restringe tantissimo, diventa super dura e assomiglia molto a una pietra pomice: ricca di buchini e caverne in cui circola l’aria, rigida e per niente elastica, che addirittura se manipolata con troppa forza rischia di spezzarsi. Al contrario, se la lasciamo per qualche minuto in ammollo in acqua nel lavandino subito prima di utilizzarla, riacquista la sua proverbiale morbidezza e si dilata.

 

Tutto ciò è così semplice che non credo ci sia molto altro da aggiungere: la konjac sponge è una spugnetta naturale simile a una pietra pomice che quando viene immersa in un liquido si dilata e diventa soffice; è ottima per la cura quotidiana anche delle pelli più delicate, perché permette una detersione senza l’utilizzo di prodotti aggiuntivi, conferendo alla pelle un aspetto migliore, più sano, visto che:

  1. esfolia in maniera delicata lo strato più superficiale di cellule morte,
  2. rimuove eventuali depositi di sudore/sporcizia accumulati durante la notte,
  3. massaggia stimolando la circolazione,
  4. quindi promuove una rigenerazione cellulare e tonificazione della pelle.

E’ naturale come piace a noi, non inquina, si può gettare nell’organico quando termina il suo ciclo vitale.

 

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Come capirsco quando è il momento di buttarla?

Ecco, sì, la konjac sponge, essendo naturale e, soprattutto, venendo continuamente sottoposta a stress – anche se non la strattoniamo, torciamo o strizziamo con forza – inevitabilmente col tempo inizia a strapparsi in alcuni punti, a scurirsi, alcune particelle di sporcizia potrebbero rimanere intrappolate nei canaletti che la compongono, sporcandola. Inoltre, dopo tanti utilizzi, perde di elasticità: rimane sempre morbida e può essere usata senza mai graffiare (se questo è il vostro cruccio), però purtroppo, dato che i canaletti interni di spezzano, si svuota, si accartoccia e addirittura negli ultimi giorni di vita quando la usiamo cade a pezzi letteralmente.

Se voi volete, potete certamente continuare a usarla anche quando si strappano i pezzettini e vi cadono nel lavandino, però penso che prima o poi vi ritroverete solamente a dover raccogliere brandelli di konjac sempre più grandi, finché non vi resta in mano una cosa che ormai non è più nemmeno l’ombra della spugnetta che era in origine.

Nello slideshow qui sopra vi ho mostrato le mie due konjac a confronto: quella più scura è quella all’argilla rossa di Konjac Sponge Company (che dopo le foto è stata cestinata), quella più chiara è quella all’argilla rosa (mix fra argille bianca e rossa) di Yves Rocher. Se ci fate caso, quella rossa si presenta tutta strappata, con puntini più scuri o addirittura neri. Oltre al fatto che quella rossa è idratata e quella rosa no.

 

 

Io ho tratto grande giovamento negli anni dall’utilizzo delle konjac sponge: ti aiutano tanto a rimuovere lo strato cutaneo superficiale che rende la pelle “ruvida” senza aggredire mai la mia pelle sensibile – che si arrossa facilmente anche quando la sfiora la punta di un capello o la barba di un fidanzato – e senza rimuovere la punta dei brufoletti tipici dell’acne, quindi senza mai trascinare l’infezione verso altre parti del viso. Con l’associazione a latti e/o spume detergenti, la pelle viene ripulita dalle impurità e i pori ridotti.

Ovviamente l’uso della konjac deve entrare a far parte della routine quotidiana. Le maschere anti impurità, sgrassanti, idratanti, ecc sono tutt’un’altra cosa e si fanno in separata sede. Cioè, possiamo anche lavare via un impacco o uno scrub con la konjac, ma non pensiamo che se abbiamo TANTI punti neri la konjac da sola ce li farà sparire! E’ troppo delicata per riuscirci da sola.

 

Quindi sì alla konjac sponge quando abbiamo pelli giovani, grasse, acneiche, miste, asfittiche, secche, mature… davvero, io non riesco a trovare delle controindicazioni.

 

Perché ci sono delle konjac sponge colorate?

I prodotti a base di konjac generalmente sono bianchi. Alcuni produttori hanno capito che, aggiungendo a queste spugnette delle piccole dosi di argille diverse o carbone, avrebbero potuto differenziare i vari tipi di spugna e incontrare un target più vasto. Esistono infatti le konjac sponge verdi, rosse, rosa, nere a base rispettivamente di argilla verde per le pelli grasse, rossa per quelle sensibili, rosa per quelle acneiche e carbone vegetale per quelle impure e macchiate. Se vogliamo, possiamo quindi comprarne una neutra, cioè bianca, per usufruire semplicemente delle sue proprietà senza necessariamente sceglierne una “potenziata”.

Tanto, secondo me, la differenza tra una colorata e l’altra è minima.

 

Le spugnette in konjac di Yves Rocher sono più economiche rispetto a quelle che si trovano altrove: spesso online i marchi più famosi si pagano poco più di una decina d’euro o giù di lì, invece quelle di questo brand si trovano anche a meno. Secondo me durano tantissimo, ma l’esperienza può variare tanto da una persona all’altra in base al tipo di pelle che si va a trattare, all’uso “aggressivo” che se ne fa, ma anche e soprattutto da come vengono conservate.

Vi ripeto, basta riempire un po’ il fondo del lavandino appena entriamo in bagno, immergere la spugnetta e lasciare che si reidrati mentre facciamo altro subito prima di lavare il viso. Una volta finito di usarla possiamo strizzarla senza torcerla in maniera delicata per far uscire subito l’acqua e non farla gocciolare, e appenderla lontana da qualsiasi superficie su cui potrebbe appoggiarsi per far evaporare i residui di acqua intrappolati all’interno e scongiurare lo sviluppo di muffe.

 

Fine.

Vi ringrazio se siete arrivati fin qua. Fatemi sapere cosa ne pensate. 🙂

Voi avete notato delle differenze fra una konjac colorata e l’altra? Avete altri brand da suggerirmi?

 

Grazie ancora. Ci vediamo presto!

P. S. Conoscete Poldo?

 

 

Aggiornamento agosto 2021: rispetto alle vecchie Konjac Sponge, mi sembra che questa di Yves Rocher abbia iniziato ad ammuffire presto. Ho già smesso di usarla e penso che a breve la cestinerò: ho optato per delle pezzette di stoffa morbida riutilizzabili che dovrebbero essere indicate per struccare, ma mi trovo bene anche solo col latte detergente al mattino. In questo modo riduco di molto gli sprechi e l’immondizia.

 

 

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