Cosa sono le palline della gheisha?

Argomento delicato, indirizzato alle donne. Si tratta di un metodo per fare una ginnastica particolare per una serie di muscoli che molto probabilmente non tutte sanno di avere.

Buongiorno. Come dicevo, l’argomento è delicato e il momento è catartico. 

Cercherò di essere breve, di lasciare poco all’immaginazione e di essere più chiara e sbrigativa possibile.

Ricordate tempo fa, quando pubblicavo le recensi-coppette? E’ proprio in una delle ultime che vi avevo parlato di queste palline. Più precisamente in occasione della review della Lily Cup classica. Clicca QUI se sei curios@.

 

Mi va, prima di iniziare (lo so, avevo detto d’essere breve), di ricordarvi un articolo di qualche settimana fa, in cui rispondevo ad alcune domande frequenti sulla coppetta mestruale, in cui dicevo che, purtroppo, il Signor Distruggere insegna: c’è moltissima disinformazione.

Ovviamente, chiunque avesse domande sulla coppetta mestruale, può farmele arrivare tramite i commenti, o i messaggi privati sui vari social, o via mail con il seguente modulo di contatto, e io sarò felice di accumularle e registrare un nuovo video di risposte.

 

Torniamo a noi. Facciamo come a scuola. Qualcun@ di voi ha mai sentito parlare di ginnastica di Kegel?

Vi do un indizio. Si ricollega ai trucchetti che si usano per capire che tipo di tonicità di coppetta dovete scegliere. Come si sceglie la coppetta mestruale?

Forse qualche signora matura o qualche ragazza ben informata sa di cosa sto parlando. Vi faccio i miei più sentiti complimenti, visto che l’argomento è così misconosciuto.

 

La ginnastica di Kegel è una serie di esercizi mirati a rendere più forte il nostro pavimento pelvico. Dicevo che non tutti conoscono questo gruppo di muscoli praticamente perché, nella vita di tutti i giorni, li usiamo “pochissimo”, o per lo meno li usiamo senza accorgercene.

Come si accenna spesso quando si parla appunto di coppette mestruali, il pavimento pelvico è il diretto responsabile della continenza urinaria, in poche parole parliamo dei muscoli che, quando vengono rilasciati, ci permettono di fare la pipì, e quando li stringiamo ci permettono di trattenerla. Il nostro corpo si ricorda di averli quando ci scappa e dobbiamo trattenerla. 😛

Diciamo che finora l’abbiamo detta un po’ alla carlona, eh.

 

Il pavimento pelvico è una zona romboidale composta da muscoli, i quali si estendono dal pube fino al coccige, circondando organi come vescica, vagina e ultima porzione dell’intestino, che si conclude nell’ano. Abbiamo quindi capito che si tratta di ciò che c’è sotto la porzione più bassa della pancia, giusto? Quindi possiamo dire che il pavimento pelvico contribuisce al mantenimento delle attività urinarie, sessuali e defecatorie.

Viene da sé che se abbiamo un pavimento pelvico debole, queste attività urinarie, sessuali e defecatorie verranno svolte non proprio al meglio. Ecco perché è importante ricordarsi di averlo, questo pavimento pelvico, e che dobbiamo trattarlo con una certa cura, altrimenti le nostre attività urinarie, sessuali e defecatorie, prima o poi, ci creeranno qualche problema.

[edit del 25/8/18: ultimamente sto seguendo il profilo Instagram di un’ostetrica fantastica che si chiama @violetabenini, la quale parla spesso del pavimento pelvico. Vi rimando al suo profilo – e rispettivo blog – nel caso in cui io abbia commesso qualche imprecisione. In ogni caso, se ritenete di avere qualche problema al perinéo, rivolgetevi a un’ostetrica specializzata in riabilitazione del pavimento pelvico, e non online!]

 

  • Come facciamo a capire se il nostro pavimento pelvico è in piena salute?

Innanzitutto, come tutti gli altri muscoli, se viene allenato è forte, se non viene allenato no. Vi ricordate quando da bambini ci appendevamo sulle braccia e camminavamo tra i rami degli alberi o sulle giostre come le scimmiette senza aver mai fatto palestra? E da grandi col cavolo che ci riusciamo, se non abbiamo le braccia allenate. Ecco, come tutti gli altri muscoli, il pavimento pelvico è più tonico quando siamo giovani/adolescenti. Dopodiché, se non ne teniamo conto, rischiamo di addormentarlo. Ed è così che a quarantacinque/cinquant’anni iniziamo ad avere perdite urinarie e a richiedere l’uso di salvaslip assorbenti.

Un metodo per capire se il nostro pavimento pelvico è poco allenato è proprio questo. Perdite urinarie=pavimento pelvico rilasciato. Queste perdite urinarie si possono verificare a riposo (quando non si sta facendo nulla di particolare), oppure in seguito a eventi come starnuti, colpi di tosse, sforzi e così via. Affinché le nostre attività urinarie, sessuali e defecatorie possano svolgersi nel migliore dei modi, c’è bisogno di fare allenamento. Non è difficile né faticoso. Continuate a leggere.

E’ importante avere un pavimento pelvico tonico (il giusto – non troppo, non troppo poco) prima di partorire. Il parto, come ormai anche i muri sanno, è un evento “traumatico”. Non parlo a livello di sensazioni, di emozioni… Non lo paragono minimamente a quel che può essere un trauma per esempio da incidente automobilistico, o dall’essere importunati ecc ecc, perché tutte le mamme potranno dire che quelle spiacevoli sensazioni date dal travaglio vengono contraccambiate dalla visione angelica del proprio pargoletto. Ok, premesso questo, il parto è un evento traumatico, sì, per il nostro corpo. Se i muscoli non sono abbastanza tonici e forti, le spinte rischiano di provocare strappi nei muscoli, per non parlare del fatto che magari ci sembra di spingere fortissimo e invece il corpo non risponde come dovrebbe (come quando cerchiamo di sollevare in palestra un peso fuori dalla nostra portata). Infiliamoci pure la questione dei prolassi e della difficoltà del recupero post partum, e via. Avete abbastanza paura adesso?

 

  • Ecco. Allora come capiamo di avere i muscoli del pavimento pelvico tonici?

Avete capito di che muscoli stiamo parlando? Si tratta di quelli che vengono contratti quando dobbiamo trattenere la pipì. Ora. Ci sono diversi metodi, io voglio parlarvi di un paio di metodi molto semplici e alla portata di tutti.

  1. Mentre siamo al bagno e facciamo la pipì… Riusciamo a interrompere il flusso d’urina una volta avviato? Se sì, subito: il pavimento pelvico è abbastanza forte. Se sì, ma il flusso si interrompe qualche istante dopo aver contratto i muscoli: il pavimento pelvico è a metà strada e deve migliorare. Se no: di corsa a fare ginnastica di Kegel.
  2. Mentre siamo a riposo, in qualsiasi momento del giorno, seduti, sdraiati, in piedi… Riusciamo a tenere contratti questi muscoli (rilasciando gli addominali) per 5 secondi? E per 10? Se riusciamo a tenere il pavimento pelvico contratto per più di dieci secondi senza la tendenza a rilasciarsi siamo a cavallo. Altrimenti: ginnastica di Kegel. [Vi consiglio di provare il primo metodo prima, per avere idea di quali sono i muscoli di cui si sta parlando.]

In ogni caso, anche se siamo già tonici, la parola chiave è sempre PREVENZIONE.

 

  • Cos’è questa ginnastica di Kegel?

Abbiamo capito che praticamente un pavimento pelvico in buona salute è utile a tutti per tutta la vita. Abbiamo anche capito che andando avanti con l’età, se non lo alleniamo abbastanza, esso tende a rilasciarsi troppo e a creare problematiche alle attività fisiologiche come quelle urinarie e defecatorie. Un pavimento pelvico debole potrebbe rendere l’esperienza del parto traumatica, ma anche i rapporti sessuali meno piacevoli e gli orgasmi meno intensi. Eh già.

Kegel è il cognome del ginecologo americano inventore di questa ginnastica. Noi la definiamo ginnastica, ma in realtà non serve andare in palestra, infilare una tuta, grondare sudore o impegnarsi chissà quanto. La ginnastica di Kegel si può fare in qualsiasi momento, anche in jeans 😛 , mentre siamo seduti alla scrivania, mentre siamo a letto a cercare di prendere sonno, mentre siamo in autobus o in treno, sia seduti che sdraiati che in stazione eretta.

 

Non dobbiamo far altro che ripetere le operazioni che abbiamo svolto nel punto precedente, quelle di cui parlavo quando spiegavo come fare per capire se il pavimento pelvico è tonico o rilassato. Se non possiamo fare la pipì in ogni momento del giorno o in ogni luogo, capirete da soli che la ginnastica migliore è quella che contrae volontariamente il pavimento pelvico per diversi intervalli di tempo e in diverse serie, proprio come fareste in un normale regime di attività fisica in palestra.

 

GINNASTICA DI KEGEL:
  1. Contrarre i muscoli e sforzarsi di mantenere la contrazione (senza interessare gli addominali) per 5 secondi;
  2. Rilasciare e attendere per 10 secondi;
  3. Ripetere più volte di seguito, anche in più momenti durante il giorno.

 

All’inizio probabilmente sarà difficile anche solo mantenere la contrazione per 5 secondi, ma vi assicuro che col tempo il corpo si abitua e il pavimento pelvico riuscirà a rimanere contratto anche per 10 secondi o più. Il nostro pavimento pelvico diventerà una morsa. LOL

Ufficialmente, questa ginnastica è composta da 10 contrazioni di 5 secondi, distanziate tra loro da pause di 10 secondi. Quindi bisogna ripetere la contrazione dieci volte, e svolgere questo esercizio circa tre volte al giorno.

 

Ovviamente io non sono in grado di dirvi entro quanto tempo riuscirete a notare dei miglioramenti: dipende dal vostro stato di partenza. Sicuramente una mia giovane coetanea che parte da zero, in meno di una settimana riuscirà a mantenere la contrazione a lungo facilmente, rispetto a una donna matura che non fa sport, la quale magari riuscirà nell’intento in qualche mese.

 

Dopo questo LUNGHIIIIIIIIIIIIISSIMO preambolo, oggi voglio parlarvi, come dicevo nel titolo, di queste palline della gheisha.

Esse hanno lo stesso scopo della ginnastica di Kegel: rafforzare il pavimento pelvico. Forse vengono in nostro soccorso un po’ meglio rispetto alla ginnastica semplice, perché ci permettono di avere dei risultati visivi evidenti, al contrario di quelli della ginnastica, che sono “sensitivi”, quasi immaginari.

… Come quando ci alleniamo coi pesi in palestra, riusciamo ad avere coscienza dell’effettiva forza delle nostre braccia, ad esempio, quando riusciamo a sollevare carichi più pesanti rispetto a quando abbiamo iniziato. Il principio di queste palline è lo stesso.

 

Il kit di cui vi parlo si chiama Laselle, della marca Intimina, appunto, la quale mi ha permesso di provare mesi fa ben due sue coppette mestruali. Vi mostro rapidamente di cosa parlo con questa galleria di immagini.

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Laselle è propriamente un kit di tre palline rosa di tre pesi diversi, e in tre nuances diverse.

 

La pallina più chiara è quella più leggera, da 28 grammi;

La pallina di un rosa più scuro è quella media, da 38 grammi;

Quella più scura di tutte, fucsia, è quella più pesante, da 48 grammi.

 

Ovviamente queste palline sono destinate ad essere lavate con un detergente intimo delicato, asciugate e poi infilate in vagina, per effettuare l’esercizio fisico di cui stiamo parlando.

Iniziamo. Assumiamo una posizione comoda e infiliamo in vagina la prima pallina, magari lubrificata con dell’acqua o comunque con dei lubrificanti a base di acqua (non vanno usati quelli a base oleosa o siliconica poiché potrebbero rovinare il materiale delle palline. La pallina va spinta circa a 2cm dall’imboccatura. Ricordiamoci di lasciare il cordoncino fuori, per essere tranquille di poter estrarre la pallina in qualsiasi momento. L’esercizio prevede di stare in stazione eretta e contrarre i muscoli del pavimento pelvico, far risalire la pallina, e mantenere la posizione per 2-10 secondi, tutto il tempo che riusciamo. Dopodiché rilasciamo i muscoli: la pallina tornerà giù vicino all’imboccatura.

Come sapete, il canale vaginale non è infinito, quindi non si rischia di rimanere incinte di una pallina di gomma, o di perderla nella pancia. …

Se l’esercizio con la pallina chiara risulta semplice, proviamo con quella media, e idem poi per procedere con quella ancora più pesante.

 

Dopo aver ripetuto questi esercizi, per implementare i nostri risultati, indovinate un po’, possiamo combinare le palline tra loro, fino ad aumentare il peso e pensare a nuove combinazioni graduali.

 

 

Non ci siamo concentrati sulla struttura di queste palline: sono in silicone medicale sicuro per il corpo, con la scritta INTIMINA sul corpo, dei laccetti e due apici, superiore e inferiore, cui possiamo appendere i laccetti delle altre palline, creando un lungo cordone, come nella foto di fianco. Le palline bianche che vedete vicino ai nodi non sono mobili: sono fisse sul cordoncino, in modo tale da non far sciogliere i nodi. Quindi non si perdono in vagina.

Organizziamoci autonomamente: quando finalmente riusciremo a tenere tutte le palline in vagina senza che scappino via dall’uscita, potremo dire di avere un pavimento pelvico di ferro. <3

 

Ora vi spiego anche come si fa quel nodo coi laccetti per combinare le palline tra loro. Le più creative sicuramente avranno già intuito. NON BISOGNA TAGLIARE assolutamente il cordoncino: avete presente il buchino sull’apice inferiore della pallina? Eè determinato da quella banda tondeggiante bianca. Prendiamo un’altra pallina, infiliamo il cordoncino di quest’altra pallina in questo buchino e passiamo la seconda pallina nel foro lasciato dal cordoncino, che sta infilato dall’altro lato della banda bianca. E’ più difficile a dirsi che a farsi. Spero che l’immagine sotto sia esplicativa.

 

E alla fine di questo lunghissimo articolo posso finalmente ringraziare Intimina per questo kit e augurarvi di ottenere dei pavimenti pelvici di ferro. 😀

Questo blog continuerà imperterrito la crociata anti-pancine, quindi unitevi se siete con me, contro il bigottismo e il pregiudizio.

 

E ci vediamo presto in un nuovo articolo! 🙂

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Alla prossima!

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